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3 Febbraio San Biagio : Patrono di Istrago

3 Febbraio San Biagio : Patrono di Istrago - Istrago

Quando si festeggia

Si festeggia il 3 Febbraio di ogni anno il patrono di Istrago: San Biagio Martire. Importante e radicata tradizione del santo ,anche a Istrago si segue con attenzione la messa e la benedizione della gola con l'imposizione delle candele sulla gola dei Fedeli. Durante questi primi giorni di Febbraio ogni fedele potrà recarsi presso la Chiesa del paese per avere i tre simboli del santo : Il pane benedetto, le candele e il santino con la preghiera. 

La storia

Nelle chiese, ha luogo stamani una breve e insolita cerimonia: il sacerdote incrocia al collo dei fedeli due candele benedette, invocando la protezione di San Biagio con queste parole: «Per le preghiere e i meriti di San Biagio, Dio ti liberi dai mali della gola e da ogni altro male». Con tale cerimonia, la Chiesa ha dato un carattere, diciamo così, ufficiale, ad una pia tradizione, vecchia di molti secoli. La vera storia di San Biagio è molto vaga, per non dire oscura. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, la sua figura ha fatto fiorire diverse leggende, e queste han lungamente nutrito la sua devozione. San Biagio sarebbe vissuto a Sebaste, in Cappadocia, l'odierna Anatolia, tra il III e il IV secolo. Pare che fosse medico, e Vescovo di quella città. Quando cominciò la persecuzione di Licinio, prima larvata, poi sempre più violenta, egli fuggì di città, rifugiandosi in una grotta sui monti. Licinio, uno dei «colleghi » di Costantino, aveva autorità sulle regioni orientali dell'Impero. Geloso della potenza del grande Imperatore, gli si mise contro, e per prima cosa divenne persecutore dei Cristiani. Con ciò contravveniva all'Editto di Milano, ch'egli stesso aveva sottoscritto insieme con Costantino. La sua persecuzione fu quindi un mezzo di lotte politiche, anzi una espressione della rivalità tra i due colleghi. Ma le sofferenze dei cristiani d'Oriente non furon per questo meno crudeli, finché Costantino non riportò sul rivale una completa vittoria. Pare che San Biagio, recluso volontario nella caverna, seguitasse a svolgere in segreto la sua opera di Vescovo. Non dimenticò, cioè, neanche sui monti,il gregge dei cristiani di Sebaste, lontano e minacciato. E a questo gregge di uomini, si aggiunse, secondo la leggenda, un seguito di animali selvatici, che visitavano il Vescovo nella caverna, recandogli il cibo. Finalmente venne scoperto da alcuni cacciatori. Condotto nella città, fu imprigionato, e anche in carcere operò diversi miracoli. A tempo debito venne processato, ma, davanti al giudice, il Vescovo cristiano rifiutò il sacrificio pagano. Allora gli venne strappata la carne con pettini di ferro acuminati, simili a quelli usati per cardare la lana. Dilacerato corpore, infractus animo resistit, dice la Passio. cioè il racconto del suo martirio, commentando la infrangibile resistenza del Vescovo, nel sanguinoso strazio del suo corpo. Il particolare dei pettini di ferro ha fatto sì che San Biagio fosse considerato Patrono dei cardatori, ma un altro episodio leggendario ha colpito più efficacemente e durevolmente la fantasia devota. Il Vescovo fu infatti condannato alla decapitazione, e si narra che, mentre veniva condotto al martirio, «venne una femmina, e recoe a' piedi del Santo un suo figliuolo che moriva, che gli s'era travolto un osso di pesce entro ne la gola. E San Biagio, ponendo le mani sopra di lui, pregò Iddio, e il fanciullo fue incontanente sanato e guarito» Questo episodio delicato e affettuoso, compiuto sulla via del martirio, ha valso al Santo la sua qualifica di protettore da tutti i mali della gola, che la tradizione ha confermato con un culto secolare, e che la Chiesa accoglie nella liturgia di questo suo giorno festivo. (Piero Bargellini, Mille Santi del giorno, Vallecchi editore, 1977)

Preghiera a San Biagio

O glorioso S. Biagio, che, con una breve preghiera, restituiste la perfetta sanità ad un bambino che per una spina di pesce attraversata nella gola stava per mandare l'ultimo anelito, ottenete a noi tutti la grazia di esperimentare l'efficacia dei vostro patrocinio in tutti i mali di gola, ma più di tutto, di mortificare colla fede pratica dei precetti di Santa Chiesa, questo senso tanto pericoloso. E voi che col vostro martirio lasciaste alla Chiesa un'illustre testimonianza della fede, impetrateci di conservare questo dono divino e di difendere, senza umano rispetto, con le parole e con le opere della verità della stessa fede, tanto combattuta e denigrata ai giorni nostri. Così sia

Il Nome

Il Nome - Istrago

Sono molte e varie le teorie circa l'etimologia del nome Istrago. Il Carreri in un suo scritto tratto da « Francesco Ravagli,II, fasc. VIII-X » asserisce che il nome è di incertissima origine. In un primo momento si può pensare al non molto lontano Istro, Il Danubio, ma più logicamente si può far riferimento all'Istria, quasi fosse Istrago una colonia di Istriani. Il Pognici nella sua «Guida di Spilimbergo e suo distretto » (1872), vorrebbe derivare il nome da un emigrante dei paesi danubiani che avrebbe voluto ricordare i suoi luoghi. Lo stesso storico fa inoltre un'altra supposizione: « poiché Istrago è detto volgarmente Istrà o Distrà », egli riferisce alla voce « distrarsi, divagarsi »quale fosse questo un luogo di riposo e divertimento. Sappiamo comunque che dopo la fondazione di Aquileia tutto il territorio è stato diviso tramite la « centuriazione» cioè la spartitura del terreno tra le varie famiglie romane. Queste terre erano registrate in una « tabula » numerata (da cui il friulano « taviela », appezzamento); a ciascun numero corrispondeva un proprietario che probabilmente dava il suo nome alla località. Secondo il prof. Ellero nel suo libro « Individualità linguistica e storica del Friuli Occidentale» (1980) Istrago deriva da « Histrius », nome di un condottiero romano, a cui poi viene aggiunto il suffisso celtolatino in -acu. Casualmente, una decina di anni fa, vennero alla luce nei pressi della Chiesa, alcune monete antiche. Altri sondaggi non verranno fatti per cui la possibilità di eventuali tracce circa i primi insediamenti sulle sponde del Cosa, ove si trova attualmente Istrago, non si possono che supporre. La villa, sia pur con nome impreciso, è ricordata per la prima volta nella Bolla di Alessandro III con la quale il 27 Aprile 1174, confermava al Preposito e Capitolo di Aquileia gli antichi possessi, fra i quali nella Pieve di Traveis le pertinenze e la decima di Sucolles ( Sequals ) e di Striago ( quasi certamente Istrago ). La conferma di questi possedimenti viene data anche da Costantino III nel 1196.

La Chiesa

La Chiesa - Istrago

Istrago ha comunque sempre avuto la sua Chiesa dedicata a S.Biagio come si deduce dal testamento di Walterpertoldo II di Spilimbergo nel 1920 ed aveva i possessi. Una menzione non molto onorevole viene però fatta degli abitanti di Istrago nel 1400, scomunicati perché non avevano pagato le decime ecclesiastiche.   Il villaggio era soggetto all'antica matrice di Travesio (da cui fu pure smembrata la parrocchia di S.Maria Maggiore di Spilimbergo); Tauriano, staccandosi da essa, nel 1527 aggrega a lei anche S.Biagio di Istrago. Vi è a questo punto un vuoto di notizie. Della nostra chiesa si parla nel 1873 quando essa venne eretta a curazia per diventare poi parrocchia autonome nel 1908. La chiesa primitiva risale al 1290 ma non vi sono tracce del primitivo monumento essendo stata rifatta completamente in stile neoclassico, il secolo scorso. Di pregevole fattura e valore sono i tre portali che la ornano, con iscrizioni e ornamenti di indubbio « gusto Lombardesco ».

Stato Civile

Stato Civile - Istrago

Quanto al civile, se oggi Istrago fa parte del Comune di Spilimbergo, non era tale una volta, anzi apparteneva ad una diversa circoscrizione feudale; ciò non toglie però che la Casa di Spilimbergo avesse qui possedimenti e diritti. Infatti in un documento del 1244 con il quale Ottobregonia si divide dai suoi figli e così detto... « et apud hoc omnia bona et possessiones ut habet et videtur habere in plebe Travesi silicet in villa Taureani, in villa Istradi... ». Secondo il Carreri, grande storico dei Signori di Spilimbergo, però la giurisdizione doveva essere di altri. In tempi posteriori i Signori di Istrago furono certamente i Dinasti di Cucagna. Infatti qui troviamo giusdicente Fresco di Cucagna ma le « comugne » cioè le campagne di uso pubblico soggiacevano certamente alla casa dei Polcenigo. In un documento del 1293, VI indizione, penultimo agosto, è documentata una deposizione fatta da alcuni testi nel colle di S.Zen davanti al nobile Giraldo di Polcenigo, i quali affermavano che gli uomini di Lestans e di Vacile hanno per tutto l'anno il diritto di pascolare e segare la campagna di Istrago fino alla Meduna, ma senza nuocere alle biade e pagando una danda annua di due quarte di sorgo e una gallina ai Sig. di Polcenigo. In data 1355, VI indizione, 19 febbraio ad Aviano, sotto la pergola del comune... « il Sig. Alberto detto Fantussio fu Sig. Alberto di Polcenigo, per 20 denari nuovi Aquileiesi vendeva a Giacomo q. ser Articone di Medun il dominio, la proprietà, il capolasio,ladanda,l'avvocazia ed il gericht (la giurisdizione alta e bassa ed il diritto di vita e di morte) sugli appezzamenti confinanti la campagna di Sequals, di Taurian dei Sig. di Spilimbergo con quella sulla villa d'Istrago». Il giorno stesso però Giacomo di Medun, per 34 marche di denri nuovi di Aquileia, vendeva tali cose e diritti ai potenti e nobili signori Walterpertoldo ed Enrico di Spilimbergo. I dinasti di Cucagna comunque dovevano avere la giurisdizione sulla villa ammenochè questo diritto degli Spilimbergo non fosse limitato al tempo delle falcicature. Quando i cucagnesi incominciarono ad avere il dominio di Istrago non lo sappiamo; sappiamo comunque per certo che lo tennero fino alla fine delle feudali giurisdizioni. I passaggi di proprietà seguenti sono molto incerti. Si sa per certo solo che i Conti Fulini di Floriano ricevettero in feudo dal Doge Domenico Contarini il 9 dicembre 1673, i beni feudali della casa di Cucagna, e fra l'altro la giurisdizione per 57 giorni l'anno, sulle ville di Gramigliano,Istrago,Bellazoia,... Non sappiamo certamente se la giurisdizione d'Istrago fosse assimilata con la Spilimberghese che durò, come le altre castellane, fino al 1806, comunque come frazione è già presente nel 1839.